La Santa Bambina

Tra le feste che si celebrano dalle monache benedettine di Urbania, oltre quelle dell’Ordine benedettino, viene celebrata con particolare solennità quella dell’8 settembre, e cioè della Natività di Maria Santissima, essendo in venerazione presso le monache, e presso la popolazione di Urbania il Simulacro della Santa Bambina, dono fatto nel 1718 da S.Veronica Giuliani.

Questo evento si trova registrato fra le memorie manoscritte e custodite gelosamente nell’archivio del monastero di S.Maria Maddalena. Si narra che qui, nel marzo del 1716, aveva compiuto il triennale badessato Suor Ippolita Rossi, e a lei succedeva a pieni suffragi Suor Olimpia Corona Gasparini, oriunda di Mercatello. Intanto nel monastero delle Cappuccine di Città di Castello, la grande ed illustre sua concittadina Suor Veronica Giuliani, proprio nel medesimo anno veniva eletta Badessa. Le due Abbadesse – quella di Città di Castello e quella delle Benedettine di Urbania – come ebbero comune la patria e l’infanzia, dovettero senz’altro mantenere durante la vita claustrale una santa corrispondenza. Una preziosa memoria di questa fraterna amicizia è giunta fino a noi nella prodigiosa Effigie della Santa Bambina, vanto per due secoli del Monastero di S.Maria Maddalena.

Le monache furono sempre gelose custodi dei fasti del loro monastero, e il popolo urbaniese che fin dai primi primordi sentì la protezione di Maria Bambina, non spense giammai la tradizione sulla venuta della graziosa Immagine.

Riportiamo qui le stesse parole tramandate dalle monache sulla fede ancora di Suor Angela Olivieri del Palazzo de’ Mucci, già Badessa del monastero di S. Maria Maddalena, ivi morta ad 80 anni sul chiudersi del secolo XVIII. In un giorno del mese di agosto del 1718 arrivò al parlatorio un vecchietto che portava un canestrino a nome delle Cappuccine di Città di Castello per Suor Olimpia Corona, Badessa e conoscente della Badessa Veronica Giuliani. Il piccolo paniere conteneva l’Effigie in cera della Vergine Bambina, accompagnata da una lettera.

Allorché la Badessa volle ringraziare e ricompensare il latore del gradito dono ci si accorse della sua sparizione. Nessuno l’aveva visto entrare e uscire dal monastero… Si pensò a quel vecchietto come al buon Angelo Custode della Beata Veronica o addirittura a S.Giuseppe!

Nella lettera era scritto: “Io sono Maria di Nazaret, la gran Madre di Dio che vengo ad abitare con voi, mie care figlie. Io voglio essere la vostra Avvocata, Protettrice, Patrona e Badessa di questo convento. Io voglio essere fedele provveditrice di tutte voi, sì nello spirituale che nel temporale; solo voglio da voi tutte che mi amiate e che siate grate a tutte le grazie che vi farò, che siate vere spose del mio Figlio Gesù, che tutto il vostro affetto sia nello Sposo e nella Madre. Levatelo da tutto il creato, datelo tutto a noi, che noi poi vi daremo in premio il Santo Paradiso. Eccomi insomma, mie care figlie, io sono tutta vostra, nel mio primo arrivo do a tutte voi la mia Benedizione; voi fate ora per sempre uno spoglio di tutte voi, cioè datemi il cuore con tutti i suoi affetti, l’anima con tutte le sue potenze e il corpo con tutti i suoi sentimenti e una promessa irrevocabile di perfetta osservanza della Santa Regola e dei Santi Voti, e poi l’esposizione di Me nel vostro coro all’8 d’ogni mese con la commemorazione della mia Nascita. E vi benedico.”

Da allora, la sacra Effigie, custodita in un’urna di legno intagliato e dorato, è sempre esposta in una nicchia nel coro monastico. Ogni anno, poi, le monache l’espongono alla pubblica venerazione nella chiesa del monastero, durante il triduo e la solennità della Natività della Vergine, che cade l’8 settembre.

Il programma di festeggiamento di Santa Bambina prevede un Triduo, la Vigilia e il giorno della Solennità vera e propria, nonché la conclusione il 9 settembre. La sera del 3 settembre le monache preparano il Simulacro per l’esposizione in chiesa nella mattina successiva. Maria Bambina è fasciata come si fasciavano i bambini nel Settecento. Con grande cura le monache, dopo averle lavato il visino, cambiano, a Santa Bambina, il vestitino ordinario con quello della Festa, prestando attenzione a che non manchino i ricordi delle molte grazie concesse: catenine, anelli, spille, ecc.,ecc.Vestita tutta a festa, adorna di preziosi monili che parlano dei tanti favori elargiti, chiusa entro un’artistica urna, la Sacra Effigie viene così ogni anno esposta alla venerazione dei fedeli. Il popolo vi si affolla, si prostra, prega ed ottiene. Sono i momenti più belli dei suoi trionfi materni! E quando fra l’anno il dolore strazia il cuore dei figli, o pubbliche calamità ne minacciano la serenità, si corre dalle monache perché innanzi all’Immagine santa preghino, e l’inno di ringraziamento erompe spontaneo.

Un Prodigio Curioso

Non si sa quale anno era, mentre il giorno prima del triduo la Badessa stava mettendo il vestitino della festa a Santa Bambina, all’improvviso l’Effigie le scivolò dalle mani, andando a picchiare la testa in terra. Questa non si ruppe, ma le nacque un bernoccolo come ai bambini veri….. Un bernoccolo che tuttora le si può riscontrare, un po’ violaceo, al centro della testa, assicurano le monache.

PREGHIERA A SANTA BAMBINA

Dolce Bambina Maria, che destinata ad essere Madre di Dio sei pure divenuta augusta Sovrana ed amatissima Madre nostra, per i prodigi di grazie che compisti fra noi ascolta pietosa le mie suppliche. Nei bisogni che mi premono da ogni parte, e specialmente nell’affanno che ora mi tribola, tutta la mia speranza è in te riposta. O Santa Bambina, in virtù dei privilegi che a Te sola furono concessi e dei meriti che hai acquistati, mostrati oggi ancora verso di me pietosa. Mostra che la sorgente dei tesori spirituali e dei beni continui che dispensi è inesauribile, perché illimitata è la tua potenza sul Cuore paterno di Dio. Deh! Per quella immensa profusione di grazie, onde l’Altissimo Ti arricchì dal primo istante del tuo Immacolato Concepimento, esaudisci, o celeste Bambina, la mia supplica e loderò in eterno la bontà del tuo Cuore.

Tre Ave Maria.

I 300 anni della Santissima Maria Bambina a Urbania

Con grande solennità l’8 settembre 2018 è stato celebrato, presso il Monastero delle Benedettine di Urbania, il terzo centenario della venuta dell’immagine della Santissima Maria Bambina plasmata dalle mani di Santa Veronica Giuliani (1660-1727) e da lei inviata nel mese di agosto del 1718 ad una sua indimenticabile amica d’infanzia entrata tra le benedettine di Urbania, perché anche le sue consorelle potessero pregare per i bisogni della Chiesa, dove serpeggiavano idee ereticali che stavano compromettendo la dottrina apostolica.

Allegata all’immagine c’era una lettera uscita dal cuore di Santa Veronica, ma scritta a nome e per conto della Vergine Santissima. 
Le celebrazioni centenarie sono iniziate dal 15 agosto (solennità dell’Maria Assunta in cielo), poi proseguite con speciali programmi nei seguenti giorni: il 22 agosto (memoria di Maria Vergine Regina), il 2 e 3 settembre (visita e celebrazione in Cattedrale del Padre Abate Primate Gregory J. Polan osb), il 5 settembre (incontro mariologico presso il Monastero con il Parroco Mons. Pietro Pellegrini, la Badessa Maria Giustina Bonello e Giuseppe Mangani), il 6 settembre (gruppo di preghiera “Grazie Gesù”), il 7 settembre (corteo presieduto dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Tani accompagnato dalle monache e dai fedeli per trasferire e venerare la Santa Immagine in Cattedrale). 
La conclusione dei festeggiamenti è stata celebrata il giorno 8 settembre: al mattino con Messa solenne presieduta dal vice-parroco Don Juan Diego Torres Rios e animata dalle monache benedettine con canto gregoriano “In Festis B. Mariæ Virginis” (Cum jubilo) e – nel pomeriggio – con una solenne liturgia mariana presieduta e animata dal Parroco Mons. Pietro Pellegrini con centinaia di bambini, tutti rivestiti con maglietta su cui era stampata l’immagine “S. Bambina a 300 anni”, per chiedere alla Santissima Maria Bambina di benedire e proteggere quei nostri bambini, i bambini di tutto il mondo, i bambini malati, orfani, soli, abbandonati, sfruttati, i bambini senza tetto, senza famiglia, senza cibo … ”

Questa festa, già tracciata nel lungo solco della storia cristiana per preannunziare a tutto il mondo la gioia dell’incarnazione del Figlio di Dio, ci ha permesso di renderci consapevoli dell’amore materno di Maria nel custodirci e mantenerci intatta la fede cristiana e di essere certi che solamente Lei è per noi l’aurora di salvezza, vero “termine fisso d’eterno consiglio” (Dante) per realizzare, giorno dopo giorno, le nostre promesse battesimali con una lieta testimonianza della speranza cristiana.


( A cura di Giuseppe Mangani)