Il Monastero

Il monastero non ha data precisa di fondazione: era in fiore già nel sec. XII. Nel 1293 è ricordato come censuario dell’Abbazia benedettina di S.Cristoforo del Ponte, ed aveva annesso un ospedale. Si parla spesso, lungo il sec. XIV, di questo ospedale, cui erano fatti numerosi lasciti. Ma in questo periodo il monastero ebbe anche a soffrire molto per la ribellione di Castel Durante (l’odierna Urbania) al legato pontificio, il Cardinal Albornoz.

Nel sec. XV non si menziona più l’ospedale, forse abbandonato per una più stretta osservanza della Regola.

Con molto coraggio si pose mano, nel 1575, alla ricostruzione completa del monastero: le 50 monache lasciarono momentaneamente la loro casa e vi ritornarono a sistemazione ultimata. Ben presto crebbero fino a 72 membri. Ma ebbero a soffrire per una vita di stenti, ridotte alla povertà estrema. Provvidenziale benefattore fu, in questo periodo, il duca di Urbino Francesco Maria II.

Nel 1808 ebbe luogo la soppressione napoleonica; solo nel 1817 si ristabilì la vita comune e fu resa possibile la clausura. La fioritura, però, non tardò a premiare la costanza delle religiose: nel 1825 ben 15 giovani ricevettero la consacrazione monastica dalle mani di Mons. Tassinari.

Negli anni 1951-1960 furono eseguiti al monastero lavori di restauro, di sistemazioni varie, anche con ricupero di ambienti abbandonati perché inabitabili, e di costruzione di nuovi locali tra i quali una piccola foresteria.

Passato il tempo, ed entrati nel terzo millennio c’è stato bisogno di altri lavori e restauri, tra i quali la riparazione dei tetti, sopra la chiesa e le celle del monastero: scopertura e impermeabilizzazione, come anche la sistemazione della facciata (tinteggiatura, ecc.). E’ stata ingrandita un po’ anche la foresteria, utilizzando lo spazio non più funzionale del granaio attiguo.

N.B. La foresteria del monastero accoglie solamente studenti religiosi/sacerdoti e parenti delle monache.

Oggi il monastero è abitato da monache provenienti dalla Sardegna, da Malta e dalla Nigeria.