L’invisibile Canto

All’inizio dell’anno 2012, il regista Giorgio Tabanelli, di Urbino, ha realizzato un documentario sui sei monasteri della nostra Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, intitolato “L’Invisibile Canto”. Questo progetto era stato affidato a lui dal nostro nuovo Arcivescovo Mons. Giovanni Tani, poco tempo dopo aver preso possesso dell’Arcidiocesi, nel mese di settembre 2011.

La proiezione del documentario si è tenuta in ogni singolo monastero. L’Arcivescovo aveva esortato ad aprire l’incontro con la Comunità monastica alle persone del luogo che normalmente frequentano il monastero.
Ecco il testo introduttivo del documentario:-
“Nel Nord delle Marche, fra Toscana e Romagna, nel piccolo territorio del Montefeltro si estende l’Arcidiocesi di Urbino, Urbania e S.Angelo in Vado. Tra i suoi monti, le sue valli di rara bellezza e le sue antiche piccole città con al centro Urbino, una culla dell’arte rinascimentale, si nascondono sei monasteri femminili, di cinque differenti Ordini. Sono patrimonio spirituale storico di queste terre, cuore vivo e pulsante della Chiesa dei nostri giorni.
Il nostro viaggio sarà all’interno di questi luoghi di preghiera, silenzio e vita fraterna, nei quali ancora oggi le giovani trovano la condizione ideale per l’incontro con Dio”.

La storia del nostro monastero benedettino “Santa Maria Maddalena”, di Urbania, e il nostro carisma sono stati accennati brevemente così:-
“I monaci e le monache benedettine riconoscono il proprio fondatore in San Benedetto da Norcia, vissuto tra il V e il VI secolo.
Benedetto fece la sua prima esperienza monastica a Subiaco, dove successivamente organizzò dodici monasteri, ciascuno formato da dodici monaci.
Intorno al 529 fondò un unico centro monastico a Montecassino, luogo in cui scrisse la Regola dell’Ordine.
Il monastero benedettino di Urbania risale al 1298; fu sempre ricco di vocazioni, nonostante le dolorose vicende che hanno segnato la sua storia. Nel 1300 fu devastato, e nel 1575, grazie all’intervento del Duca Francesco Maria II della Rovere, fu completamente ricostruito.
Il carisma delle monache benedettine è la ricerca di Dio; la liturgia come partecipazione a quella della Chiesa terrestre e a quella del cielo; il lavoro come strumento di contatto con l’umano e immagine dell’attività creatrice di Dio.
Con la Lectio divina, preghiera che ha come centro la Parola di Dio, si raccolgono e si presentano al cuore del Signore anche le attese e le sofferenze del mondo”.

Seguono alcune foto che illustrano la nostra vita di preghiera e lavoro.

Suona il campanello per la preghiera

Processione per il coro