Santa Maria Maddalena

La Maddalena
Tela, cm. 218×157
Urbania, Chiesa di Santa Maria Maddalena, delle Monache Benedettine

Il 6 dicembre 1637 le monache pagano 56 scudi “per quadro e tela e telaio” a Guido Cagnacci. Siamo in un momento storico, importante per la Chiesa di Urbania. Infatti nel 1636 il Papa Urbano VIII fonda la diocesi di Urbania e di Sant’Angelo in Vado, e cambia il nome di Casteldurante con quello di Urbania, in seguito alla fine e alla devoluzione del ducato di Urbino.
La Chiesa di Urbania vive un sussulto di ripresa e di rinnovamento, durante il quale anche i luoghi di culto vengono abbelliti con nuovi dipinti e arredi. In quel periodo la Cattedrale, per la devozione alla Madonna, fa costruire una Casa di Nazareth in legno, ricoperta con immagini dipinte, che raccontano la vita della Vergine, oggi esposta nel Museo Diocesano di Urbania.

Secondo le fonti storiche, è accertato che il dipinto della Maddalena per l’altare maggiore della Chiesa delle Benedettine, fu commissionato da Mons. Bernardino Bettini, vicario del vescovo di Rimini. La nobile famiglia Bettini di Casteldurante era in rapporto di parentela e di amicizia con quella dei Leonardi e, come questi, aveva ottime relazioni con le monache benedettine, tra le cui abbadesse figurano nel 1581 Bartolomea Bettini, nel 1643 Porzia Bettini, nel 1645 Girolama Leonardi (E.Rossi, Memorie, 1936, pp. 238-239).
La pala della Maddalena viene segnalata dal vescovo Giuseppe Fabretti il 16 giugno 1739, nella sua visita pastorale: “et desuper vidit extare iconam in telam depictam S.Mariae Magdalenae de manu ut dictum quondam Cagnacci, eaque est opportuna ac pulcra cornice munita” (Urbania, Archivio Curia Vescovile, busta 22, Sacre Visite, int.2, c.70 r).

La pala ha avuto una grande fortuna, che ha inizio con la intuizione e il fiuto del critico d’arte Francesco Arcangeli, per il quale, come scrive Pier Giorgio Pasini (GUIDO CAGNACCI, Pittore (1601-1663) Catalogo generale, 1986) si tratta dell’esemplare più tipico della conversione reniana del Cagnacci, e rivela la profonda influenza dei “capolavori in grigio dell’ultima maniera” del Reni; effettivamente, il dipinto costituisce uno dei primi e dei più intensi “esperimenti” reniani del nostro pittore, che cerca di innestare nel suo naturalismo modi espressivi più efficaci, immediati, attuali. Il risultato è interessantissimo anche per le sue patetiche contraddizioni, ed è pieno di poesia naturale e devozionale.

La fonte per l’atteggiamento della Maddalena inginocchiata e quasi rannicchiata su se stessa sembra pervenire da qualche immagine veneziana di Madonna annunciata, forse Tiziano o Veronese. Pasini crede che il Cagnacci abbia visto la figura della Madonna nell’Annunciazione che Charles Mellin aveva dipinto a Roma nella Chiesa di San Luigi dei Francesi nel 1631-32. Reniana invece è l’ambientazione grigia e indefinita del paesaggio, in una caverna piena di nebbia soffice e luminosa, da cui emergono con grande evidenza naturalistica la croce, e con grande effetto patetico la Maddalena, entrambe disposte fuori asse, quasi per aumentarne il senso di apparizione improvvisa e e di estraniamento surreale.

Il sacerdote don Corrado Leonardi, di Urbania, noto storico e appassionato di arte sacra, a proposito dei toni grigi soffusi del dipinto, riteneva che il pittore, recatosi al Monastero per prendere accordi con le monache, prima di mettersi all’opera, fosse stato suggestionato dal colore della roccia miocenica sporgente dalla stradetta che porta verso il Monastero.

Questo dipinto della Maddalena ha interessato la pittura del Seicento e il mondo dell’arte, tanto che, fin dagli anni ’50 venne richiesto da varie Soprintendenze alle Belle Arti, per partecipare a mostre ed eventi religioso-culturali. Forniamo un elenco delle manifestazioni qui di seguito:

– LA MADDALENA ORANTE
“Maestri della Pittura del Seicento Emiliano”
Bologna, 1 settembre – 31 ottobre 1958

– MADDALENA PENITENTE
“Guido Reni e l’Europa”
Francoforte, 1 dicembre 1988 – 26 febbraio 1989

– LA MADDALENA
“Meeting per l’amicizia tra i popoli”
Rimini, 21 agosto – 28 novembre 1993

-“Cagnacci. Santarcangelo di Romagna 1601 – Vienna 1663”
Roma, nel complesso monumentale San Michele a Ripa, Sala degli Aranci, 
6 dicembre 1993 – 31 gennaio 1994

– LA MADDALENA IN MEDITAZIONE
“Guido Cagnacci. La Pittura del Seicento tra Caravaggio e Reni”
Forlì, Musei San Domenico, 20 gennaio – 22 giugno 2008.

– MARIA MADDALENA, tra peccato e penitenza
Da Simone Martini a Canova
Loreto, Museo-Antico della Santa Casa, Palazzo Apostolico
3 settembre 2016 – 8 gennaio 2017

–  MADDALENA  PENITENTE
“Luce e silenzi. Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento”
Pinacoteca Civica “B. Molajoli”, Fabriano
1 agosto – 8 dicembre 2019

(A cura di Raimondo Rossi)